I Curiosi del Tempo – Ritorno al Natale continua da: qui e qui
Prima di riunirci a Takao, volevo fare due precisazioni. Babbo Natale esiste nell’universo dei Curiosi del Tempo ed è una creatura malvagia e dispettosa dalle fattezze talvolta umane o talvolta umanoidi (ovvero con il naso tartufato nero) che si diverte a rovinare il Natale a grandi e piccini, in modo pericoloso o scanzonato. Per questo, molti bambini apprendono dell’esistenza di Babbo Natale solo dopo i sei anni o massimo a dieci anni, per evitare di beccarsi i suoi dispetti, e quindi ricevono i regali dai genitori. Per alcuni ragazzi o adulti però avvistare Babbo Natale (o i vari Babbi Natali, ne esistono vari di ufficiali e pestiferi) e sfidarlo è una vera e propria avventura… peccato che non sia mai così facile da sconfiggere, anzi! Ogni anno si ripresenta, ancora più temibile di prima. I Curiosi del Tempo sanno dell’esistenza di Babbo Natale, ovviamente, anche se lui è una creatura che agisce nel Presente. Per quanto riguarda Santa Faggio, beh, lui è uno scarafaggio a grandezza umana (stessa cosa per sua moglie Melody) che si crede un Babbo Natale, ma non essendo né un umano né un umanoide con il naso nero tartufato, ha piani diversi… non è interessato alla conquista del mondo, bensì al rovinare il Natale a tutti i poveri malcapitati che capitano sotto le sue grinfie… per divertirsi e far penare gli altri.
La seconda precisazione è che Naonian City è una città Europea capitale di un piccolo stato chiamato Naonscirr’ e fondatrice degli Stati Disuniti d’Europa (fondazione solo di scambi economici e di libera circolazione, di cui fanno parte tutti gli stati Europei non nell’Unione Europea). Nel Naonscirr’ però si usa l’Euro, ma una volta, fino al 2001, la moneta ufficiale era il Dolleuro. Inoltre, il Naonscirr’ è stata sempre un unicum in Europa, poiché un tempo, fino a quando i Romani e la Chiesa erano la potenza principale, la lingua ufficiale era il Pig Latin, una sorta di latino tarocco e pieno di nonsense, mentre, non appena gli Stati Uniti d’America sono diventati la potenza mondiale, Portus Naonis non solo ha cambiato il nome in Naonian City, ma ha anche cambiato lingua ufficiale… dal pig latin al naoniano (conosciuto anche come inglisc, inglese napoletano, itagliano o inuitte), una lingua insensata mix di italiano, inglese e inuit con cui i bambini delle elementari scrivono i temi a scuola… ma, non preoccupatevi, a Naonian City le persone parlano in lingue normali come italiano, inglese, spagnolo, tedesco o francese, semplicemente il naoniano è la loro lingua ufficiale. Ultima cosa, nel Naonscirr’ il quarto giovedì del mese c’è…il Giorno del Ringraziamento…un giorno in cui si ringraziano i creatori della matematica, e in cui i ragazzi fanno a scuola le Olimpiadi di Matematica, mentre tutti mangiano biscotti della fortuna e tacchino( quest’ultimo i non-vegetariani) entrambi con dentro bigliettini con equazioni trigonometriche. Sì, il Giorno del Ringraziamento non c’entra molto con questa storia, ma ci tenevo a farvi sapere che c’è sempre qualche ragione per festeggiare a Naonian City! Sia prima che dopo Natale.
E infatti, Takao tornò fino a lunedì 10 gennaio del 2000… e cadde dal condotto di areazione del palazzetto dello Sport di Naonian City su una sedia. “OUCH!” disse Takao… e vide che la palestra era piena di ragazzi di seconda superiore che facevano lezione di ginnastica, correndo per il vasto campo interno… Takao, per evitare problemi al continuum spatium temporale, richiuse l’entrata del condotto di areazione.
Intanto, il loro prof Pecan, di dodici anni più giovane, era seduto alla scrivania, e accanto al registro aperto aveva quattro pacchi tutti per se… “QUATTRO PACCHI?” disse tra sé e sé Takao osservando i pacchi del suo amico… Takao aveva una fobia pazzesca per il numero quattro, infatti per quanto possibile, evitava che i Curiosi del Tempo partissero in quattro per una missione….quel numero secondo Takao portava parecchia sfortuna! Pecan comunque scartò i pacchi. Iniziò sogghignando ad aprire il primo pacco… era la Fabbrica al Mini Plutonio, dove c’erano delle formine di giraffe, mucche e maialini, nonché il forno e anche “questa fabbrica funziona solo con il vero liquido al plutonio!” disse Pecan leggendo la confezione, e poi aprì il pacco, con il forno e tutto, le formine e le boccettine di liquido al plutonio color rosa, viola e giallo…
“Umh…questa storia non l’avevo mai vista finora…” osservò Takao, meditando da dietro due sedie negli spalti. “L’avevo solo sentita raccontare…” continuò… “quindi…” sospirò di nuovo. “Umh…Pecan però non mi ha mai raccontato come sia andata a finire…”
Un ragazzo alto e mingherlino si avvicinò alla scrivania di Pecan, che era assorto ad aprire i pacchi. “Prof!” esclamò il ragazzo attirando l’attenzione di Pecan su di lui. “Sì, Babuin?” chiese Pecan al ragazzo, chiamandolo per cognome. “Cosa facciamo adesso io e gli altri?” chiese il ragazzo. “Andate nel campo fuori a giocare a pallavolo!” sorrise Pecan, accompagnandoli fuori, in maniche corte tutti, lui con la sua bella e classica casacca da giocatore di pallacanestro con il numero 10. Il cielo invernale era pulito e soleggiato, nonché freddo, ma ai ragazzi non importava, perché corsero fuori a giocare, e Pecan sorrise e tornò dentro ad aprire le sue scatole con i giocattoli.
Takao era impanicato! “Beh, fin qui con la storia ci sono!!! Ma non vedo Pecan del presente da nessuna parte!” disse il nanerottolo, guardandosi intorno e poi correndo come un pazzo attorno agli spalti, negli spogliatoi (anche in quelli…delle ragazze…dove come in quelli dei maschi c’erano solo i vestiti) e poi fuori all’aria aperta per qualche secondo, nascosto dietro un cestino…per non farsi beccare. A Naonian City vivevano europei (cioè il 98% della popolazione, tra cui Pecan), africani, cinesi, statunitensi, latinoamericani (la prof Ionic e per un brevissimo periodo anche Mindy), anche australiani bianchi(soprattutto QUELLA ragazza australiana), ma un giapponese avrebbe di sicuro dato nell’occhio…oltre a incrinare, in quel caso, come qualsiasi altro viaggiatore del tempo, il continuum spatium temporale per chiunque l’avesse visto o avesse interagito con lui!
Takao sospirò e tirò fuori il suo Time-R, ovvero il Timer/macchina del tempo che lui e gli altri Curiosi del Tempo usavano quasi sempre per viaggiare nel tempo(tranne rari casi, come prima, in cui gli era toccato ballare o come in altri casi, in cui si adottavano altri metodi, ad esempio le bolle di sapone). “Wow…sono finito avanti di due settimane… ne sono sicuro!” sospirò Takao, sbuffando, e impostando la data del 24 dicembre 1999, ore quattro e mezza del pomeriggio, luogo Naonian City… “come si chiamava il negozio dove Pecan si era diretto? Megatone…megalopoli…ah, ecco!” si illuminò Takao… “Mercatone!!!” E una volta impostato il luogo, Takao premette il pulsante sopra il Timer-R e con una giravolta…andò di nuovo indietro nel tempo!
24 dicembre 1999, casa di Pecan, ore tre del pomeriggio
Era la Vigilia di Natale nell’allegra casetta di Pecan nella campagna un po’ fuori da Naonian City. Il prof di ginnastica era seduto su una poltrona in salotto. Il cammino era acceso, l’albero di Natale aveva le lucine accese e Pecan stava sorseggiando della cioccolata calda con castagne e polenta, mentre leggeva la letterina che gli aveva scritto suo nipote Jack, di sei anni. La letterina era scritta in naoniano (altrimenti detto inglisc, inuitte o itagliano):
Allor, Ancol Pecan.
I’m very felix and content because the Natal is arriving, but the babbwiththenokk, the babbwithoutthenokk and the nonnwithoutthenokk are very antipatik and puzzolent because they don’t want to compr me the cos that I vogl com regal. Ancoldog!
I have trovated this regal very simpatik. They are sempr trasmetting the pubblicity on the tv, it’s kiamated “The fabbric of the monstrs very skifos!” and it’s fatted with the liquid of plutons.
I want this regal very mucch, ancoldog. Plis, compr me the regal that I vogl, and I will be felix and content quattrever.
Thank you very grazie.
If you don’t compr me the regal, I dic you ancolbilly, ancoldog!
Piccola traduzione: babbwiththenokk= papà (Dall’inuit Babbocanocca= cretino con l’inglese “with”),
babbwithouthenokk= mamma, nonnwithoutthenokk= nonna
Non appena Pecan del passato ebbe finito di leggere la lettera, esclamò sarcastico: “Ancoldog, eh? Ma che bravi genitori che ha mio nipote! Dove lo porteranno in gita in ‘sti giorni, a Codroipo?” Quindi, egli finì di trangugiare la cioccolata calda, inghiottì l’ultimo boccone di polenta e poi fece un sorrisetto beffardo, si mise la giacca rossa e la sciarpa addosso ed uscì fuori dalla porta mordicchiando l’ultima caldarrosta che gli era rimasta, e salì in macchina. “Mi farò un bel regalino!” esclamò Pecan tra sé e sé, ridendo sotto i baffi e mettendo in marcia la macchina, sotto la neve che cadeva e che aveva reso il pavimento bianco come yogurt gelato.
Intanto, Takao era arrivato con successo alla Vigilia di Natale 1999! Non appena vide il cartello del MERCATONE di Naonian City, sotto la neve che cadeva, gli si illuminarono gli occhi. Ma fece subito lo sguardo serio, doveva tornare a lavoro! Come avrebbe fatto a trovare il Pecan del presente?
Takao entrò pattinando sul ghiaccio dentro il MERCATONE e nessuno fortunatamente notò la sua entrata ad effetto, anche perché c’era parecchia folla dentro il negozio. Ma…c’era anche Pecan… ed era vestito con la giacca rossa che portava il 24 dicembre 2012 a Berna in Germania… ma che in realtà…aveva sempre portato, anche negli anni ’80 (quando aveva conosciuto Takao, Mindy, la prof. Ionic e Sandikov) e….anche negli anni ’90 e negli anni 2000. Takao aveva le rotelle che gli stavano arrovelando nel cervello! Non poteva avvicinarsi ancora a quel Pecan… e se fosse stato quello del passato? Per fortuna, Takao vide una macchina… e dentro c’era Pecan del 1999! Takao fece un salto dall’emozione.
Mentre Pecan del 1999 entrava dentro il MERCATONE, Takao corse da Pecan del presente (2012). Egli era di fronte alla mensola con i giocattoli per bambini, tra cui The Fabbrik of the Monstrs very skifos (quella con il liquido al plutonio) e altri giocattoloni, tra cui una mucca strana, una giraffa e un maialino… anch’essi da riempire di liquido al plutonio. “Fuck aldo!” disse Pecan del presente sudando e aprendosi la zip della giacca per un attimo. “Ehi!!! Non si parla così!” gli disse Takao saltandogli sulla testa. “Tu?” chiese Pecan, vedendosi il suo amico di 60 cm sopra la testa. Takao sbuffò. “Eh…ma ho solo detto che qui i riscaldamenti sono a palla!!! Non sembrava…ma l’ho detto in naoniano, dai! Alla fine tu e Mindy a volte dite frasi dal nulla in spagnolo e giapp…” ma Takao gli era caduto tra le braccia, come un bambolotto. “Che stai facendo?” chiese Pecan. “Mamma, papà!!! Quest’uomo parla troppo! Ueeee!” si mise a sghignazzare con le lacrime agli occhi Takao e saltò sulla mensola dei giocattoli, fingendosi un bambolotto. Pecan del presente lo guardò strano. Takao lo fulminò con lo sguardo e gli sussurrò: “Santa Faggio ti ha mandato in pappa il cervello!” Pecan esclamò: “No! Sto cercando di fare felice mio nipote!” e si mise a piangere. “Con 13 anni di ritardo, vandalo!!!” disse Takao scendendo dalla mensola saltando e iniziare a battere il piede a terra. “Ma c’è sempre tempo per rimediare!” esclamò Pecan senza più lacrime in faccia. “A cosa? Al tuo egoismo? Pffff… tanto l’ho visto cos’ha fatto te del passato con quei giocattoli!” esclamò Takao facendogli l’occhiolino. “Non posso tenermeli per me! È stato l’errore peggiore di quel Natale!!!” disse Pecan tremando e piangendo. Takao però lo ignorò e iniziò a sudare freddo, si intravedeva il Pecan del passato che iniziava a girare tra altre mensole, in cerca di regali. Takao si arrampicò sulla testa di Pecan del presente, che lo guardò con lo sguardo pieno di mille domande. Per fortuna Pecan del passato in quel momento stava rovistando tra i prodotti casalinghi. Takao tirò un sospiro di sollievo e fulminò Pecan del presente con lo sguardo. “Perché non sei egoista? Lascia lì quei giocattoli!” esclamò Takao. “Il mio egoismo… no! Non puoi capire, mio nipote Jack non ha mai ricevuto quei regali nel Natale del 1999!” esclamò Pecan disperato, ma a bassa voce per evitare di destare sospetti tra i clienti del negozio, che per fortuna in quel momento non stavano passando per quel reparto. “Sai, quando da piccolo vivevo in Hokkaido, i vicini di casa dei miei zii mi chiedevano spesso
– vuoi più bene allo zio o alla zia? E io rispondevo… ad entrambi!” disse Takao ridacchiando sotto i baffi. “Ma in realtà sotto sotto pensavo… Ore-sama wa jibun o aisuru!! IO MI AMO!” esclamò Takao facendo una piroetta, e poi aprendo le braccia di fronte a lui. “Quindi? Dovrei lasciare che…che…il me del passato prenda quei giocattoli? E Jack?” chiese Pecan del presente tremolante e con le lacrime agli occhi, ma in quel momento Takao iniziò a sudare freddissimo…. Finalmente qualcuno si avvicinava al reparto giocattoli… ed era proprio Pecan del 1999, che guardava in alto con sguardo felice e furbetto. Takao tremava e si
dimenava, mettendo il suo piede destro sopra quello di Pecan del 2012. Quindi, tirò fuori il suo Time-r e teletrasportò lui e Pecan del 2012 nel presente, al tardo pomeriggio del 24 dicembre 2012! Ma…non si erano teletrasportati all’isoletta delle Svalbard dove c’erano la formica inuit (e quindi, anche italo-americana) e suo marito lo scarafaggio inglese (il finto Babbo Natale), bensì al reparto giocattoli del MERCATONE di Naonian City! Proprio nello stesso identico posto.
Intanto, il 24 dicembre 1999, la storia proseguiva il suo corso naturale, con Pecan del 1999 che andò a prendersi la fabbrica con il liquido al plutonio, oltre alla mucca, al maialino e alla giraffa da alimentare con il suddetto liquido.
Nel 2012, Takao stava per tirare un sospiro di sollievo quando: “Cosa? Mi sono dimenticato di impostare il luogo esatto!” si impanicò. “Certe cose capitano per un motivo” sospirò Pecan. “Ah, ma chi sei, Sandikov?” gli sorrise perfido Takao. Pecan lo guardò serio… Takao rifletté un attimo e poi chiese a Pecan. “Allora, tu… cos’avevi regalato a tuo nipote Jack tredici anni fa?” Pecan sorrise: “Beh, come ben sai, Jack è un ragazzo studioso appassionato di storia, politica e…aragoste…che gli danno energia. E…alla mattina di Natale…
25 Dicembre 1999, Casarsa della Delizia, Naonscirr’
Era caduta parecchia neve alla vigilia di Natale quell’anno, ed era tutto imbiancato e scivoloso quell’anno. I genitori di Jack mi avevano detto di presentarmi presto con i regali… e…beh…con che faccia andavo lì… in realtà mi ero preso le fabbriche di mostri e animali al plutonio per ME!!! Ma quando potevo giocarci? Mia moglie e i miei figli mi avrebbero guardato male… Comunque, le avevo ben nascoste nel mio armadio, dove mia moglie non avrebbe mai guardato. Cosa potevo rifilare a Jack? Ecco! Quei libri di politica e di storia europea! Il miglior regalo per un bambino di 6 anni! Così li impacchettai con la migliore carta regalo natalizia, con gli abetini e le renne…e… salii in macchina con…quei “regali””
Takao interruppe il flashback guardando Pecan interessato negli occhi e poi esclamò. “E, il tuo egoismo ha dato i suoi frutti, vero?” gli disse facendo un occhiolino furbetto.
“Egoismo, eh?” chiese Pecan confuso.
“Mentre guidavo verso Casarsa, mi sentivo come un peso nel cuore… mi sentivo pesante…ma ormai…non potevo più guardare indietro, e ignorare la realtà… da un’età adulta derivano responsabilità, e io… e io…
Arrivato di fronte a casa di Jack, con i “regali” nella borsa, suonai il campanello e…in giardino corse lui a trovarmi, mio nipote! Che già a 6 anni era uno spilungon..spilunghino! Mi saltò in braccio. “ZIOO!” Poi saltò giù. “Beh, mi hai portato i regali che ti ho chiesto?” Io…deglutii. “Sììì, certo, caro…” e senza dire niente, gli diedi il pacchetto, e Jack lo scartò a velocità della luce. “ANCOL SCANATO DOG!” esclamò Jack indignato, entrando in casa con le lacrime agli occhi, lasciando i libri di storia e politica per terra…
Il mio cuore e la mia anima si ruppero in mille pezzi…
“Jack!!! Un po’ di educazione e rispetto!” dissi, con le lacrime agli occhi, e bussai alla porta. Qualcuno mi aprii, non seppi mai se fosse sua madre, suo padre o il fratello maggiore… ma io raccolsi i libri da terra ed entrai nel salone.
“Jack?” chiesi a mio nipote, che era seduto sul tappeto e mi guardò. “Già non ho tanti amici… e tu mi regali
robe inutili che non capisco! Co-come farò a ricreazione?” esclamò infuriato.
“Beeeeh…inutili non direi, forse, se te le leggo, cambierai idea…” dissi sudando freddo e tra me e me pensai “cosa cavolo ci sarà scritto in quei libri?” Così mi sedetti sulla poltrona rossa vicino al camino e presi il libro della Storia dell’Impero Ottomano… e iniziai a leggere. Jack mi salì sulle gambe e io lessi per ore e ore, con il cuore caldo.
“Zio! A chi serve più la ricreazione in compagnia?” disse Jack esaltato. “Imparerò a leggere e diventerò un esperto di storia!” Io…cosa…chi…avevo creato… io…io…ma io…non insomma, un uomo di cultura, come Sandikov! Ero stato io…!
“La cena di Natale è pronta…” chiamò la voce della madre di Jack dalla cucina.
Io e Jack ci sedemmo vicini a tavola. “Wow, aragosta!” disse Jack, iniziando a mangiare la succosa polpa della creatura marina, e leccandosi i baffi. E…da quel momento… Jack diventò un piccolo esperto di storia, goloso di aragoste… che…insomma, quando mangiava aragoste…sembrava un po’ un palestrato… ehehe, in fondo…si vede che è mio nipote” finì Pecan orgoglioso.
“Visto? L’egoismo vince sempre!” disse Takao saltando e facendo un balletto di gioia, muovendo i pugni. “Oh, povero, piccolo Takao…” sospirò Pecan, sconsolato. Poi Pecan rivolse lo sguardo al reparto giocattoli, con l’acquolina in bocca. “GUARDA!!!!” esclamò a Takao. “Il didò!!!” continuò, e Takao si passò una mano in testa… “Uno snack veloce, adoro la plastilina colorata!!!” disse Pecan prendendo una scatolina di Didò verde e correndo verso la cassa a pagare. Takao lo seguì veloce, per paura di perdere tempo. Non appena passata la cassa, Pecan aprì la confezione di Didò, leccandosi i baffi… “ehi, Takao, non fare complimenti!” esclamò Pecan e Takao prese proprio la metà esatta di Didò dentro il vasetto, e Pecan quindi prese l’altra. I due se la papparono in un boccone, leccandosi i baffi. Poi si guardarono… “E ora…” dissero all’unisono. “CANTIAMO ERIKA!!!!” gridarono uscendo dal Mercatone. Fuori nevicava, e tutti i tizi al parcheggio, si misero a guardare con sguardo…curioso i due pazzi amici che cantavano a squarciagola un pezzo italodance, ovvero Ditto, anzi Didò, di Erika:
“Didò didò didò ti taglio un dito ti tiro un dado!!! Ditto Ditto Ditto I tell you Ditto Dittondero!”
E, proprio sul più bello della canzone, Takao premette il Time-R impostando Lågøya alle Svalbard come luogo di arrivo in tempo reale. Takao e Pecan furono risucchiati quindi da un tornado teletrasporto e si alzarono in cielo, con la gente che li osservava ancora, curiosa.
In mezzo al tornado, Takao disse a Pecan. “Però… in tutti questi anni non mi hai mai raccontato cosa hai fatto poi con quei giocattoli …” Pecan rispose: “Ehehehe….” E ridacchiò sotto i baffi, facendo un occhiolino.
Anche se Pecan quella sera non disse a Takao cosa aveva fatto con quei giocattoli, ve lo diremo noi…
torniamo di nuovo al 10 gennaio 2000.
Dopo che i suoi studenti erano andati a fare lezione fuori, Pecan aprì anche le scatoline con dentro Raffa la giraffa, Lino il maialino e Goya la mucca …anzi, la mucca era una muccalamaro, ovvero una creatura strana con una testa di calamaro al posto delle mammelle, che in realtà erano le due di sopra dei tentacoli occhi, mentre quei due di sotto, dei tentacoli a forma di pennino per l’inchiostro del calamaio. Pecan iniziò a giocare prima mettendo il liquido al plutonio dentro le formine della fabbrica dei mostri schifosi, che, dopo aver messo dentro le formine, attaccò a una presa che c’era dietro la scrivania. Dieci minuti dopo…le formine di plastica uscirono automaticamente dal forno (anche se Pecan si era messo i guantoni da cucina con la fantasia copiata dai guanti da baseball)… ma non avevano per niente la forma che avevano quelle sulla confezione, sembravano degli sgorbietti! Pecan aveva la delusione stampata in faccia… beh…almeno i suoi studenti non erano lì a vederlo… Magari con le tre mascotte sarebbe andato meglio… non serviva un forno per i pupazzoni di 20 cm, serviva solo spremerli una volta messo tutto il liquido e chiusi. Dopo averle riempite di liquido al plutonio giallo (la giraffa), rosa (il maialino) e viola (la muccalamaro), Pecan chiuse le tre bamboline… e allora spremette la testa della giraffa, dalle cui narici uscì una piramide di caccoline gialle arrotolate su di loro. Pecan fu disgustato, ma rise, trattenendo i conati di vomito. Dopo aver spostato la giraffa, Pecan prese il maialino… “Devo…spremergli le chiappe?” disse tra sé e sé. “Beh, robe da bambini dell’età di Jack…anzi…no, povero Jack…” disse chiudendo gli occhi e tappandosi il naso con la mano destra mentre con la mano sinistra premette le chiappe rosa del maialino… da cui uscì una cacchetta rosa, che vide
con sommo disgustoso non appena riaprì gli occhi. Infine… “no…nonononono” disse disgustatissimo Pecan guardando la muccalamaro, che doveva premere…in un certo posto…ma dalla disperazione e dal disgusto…diede un pugno proprio in quella zona, da cui i tentacoli di sotto fecero uscire un vitello viola con la bocca aperta, gli occhi persi e la faccia da urlo di Munch. “P-prof? Che sta facendo?” chiese Babuin che era rientrato con i suoi compagni di classe. “AAAAAAAAAARGH! Hai ragione!!! Cos’ho fatto?” disse Pecan guardando terrorizzato la mucca Goya più degli altri pupazzi, mentre Babuin e gli altri ragazzi e ragazze risero, guardandosi preoccupati. Pecan prese quel malefico pupazzo creato da qualcuno la cui ragione si era addormentata generando mostri e corse fuori come se stesse giocando una partita di pallacanestro, e lo scagliò in aria così forte… Poco dopo, la muccalamaro Goya precipitò nel lago del vicino Parco San Valentino, rilasciando una scia di plutonio che fece scappare i cigni e le papere.
Pecan tornò correndo dentro il Palazzetto dello Sport e mostrò la fabbrica dei mostri, Raffa la Giraffa e Lino il Maialino ai suoi studenti. “Beh… se volete… vi aspetto dopo lezione al posteggio bici della scuola! Se avete fratellini che vogliono questi giocattoli, si intende!” esclamò Pecan. “IL MIO LI VUOLE!” “NO, IL MIO!” “ASPETTI, PRIMA IO!” gridarono tutti i suoi studenti all’unisono.
Poco dopo, al posteggio bici della scuola, Pecan aveva fatto un affarone…aveva guadagnato 150 dolleuro, molto più dell’effettivo valore di tutti e tre i giocattoli!
Continua nel capitolo 4 – Ushuaia! Appare il Petiso Orejudo?