I Curiosi del Tempo Sandikov e la prof. Ionic incontrano il Petiso Orejudo?!? Continua da: qui qui e qui

Quando Takao era partito a salvare Pecan, la signorina Ionic era partita invece a salvare il suo migliore amico, Sandikov. Quindi quello che vi racconterò ora è avvenuto in contemporanea (sia nel passato che nel presente) a quello che è successo a Takao e a Pecan.

La signorina Ionic arrivò a destinazione… era il primo pomeriggio del 24 dicembre del 1981 nella campagna lituania nei dintorni di Kaunas, e… la prof. Ionic si trovava nel bel mezzo del vasto giardino nel retro di una casetta indipendente. “Sandikov!!! È casa sua!! Wow, certo che… il giardino era piuttosto spoglio…quando c’ero andata io nel 1988 era molto più bello” pensò tra sé e sé l’aquila antropomorfa. Improvvisamente degli altoparlanti attaccati ai pali dei fili dell’elettricità nella campagna circostante iniziarono a trasmettere a palla la parte iniziale dell’Inno dell’Unione Sovietica… e la signorina Ionic sussultò. Improvvisamente, un uomo dai capelli lunghi si avvicinò a lei e la abbracciò forte. “Anche tu qui, Eli!!! Aiutami!” La prof. Ionic ricambiò l’abbraccio con il suo migliore amico Sandikov, e poco dopo sciolsero l’abbraccio. “Cioè…no…sono io quella nei guai…” sospirò la prof. Ionic ma lo disse sudando freddo perché Sandikov era esaltato. “Eh? Quali guai? Nooooo, oggi la mia vita sarà ancora più bella di prima!!” disse Sandikov correndo per il giardino di casa sua. “Ehh… e se ti beccasse tua nonna? Mi pare di aver visto un’ombra in casa! E se ti beccasse il te stesso del passato?” continuò la prof. Ionic impassibile. “Che pessimismo!!!” disse Sandikov saltellando. La signorina Ionic disse: “Senti, ora ti spiego… c’era uno scarafaggio che ti ha fatto il lavaggio nel cerv…” “Senti, ora ti spiego… oggi…oggi…ho un piano!” rispose Sandikov con gli occhi pieni di gioia, ma anche piuttosto ipnotizzato. “Ovvero?” continuò sospirando la prof. Ionic. “Allora, sai… alla Vigilia di Natale del 1981, mi avevano già preso per fare l’anno scolastico all’estero, tutto grazie ai miei miticissimi nonni! Però… ecco…quello non era l’unico regalo che avevo chiesto… prima… BENE!!!” finì Sandikov, esclamando esaltato e chiudendo la mano destra a pugno, in tono eroico. “Bene?” continuò a sudare freddo la prof. Ionic… lei di solito era felice dell’incontenibile ottimismo del suo migliore amico, ma in questo caso… a Sandikov…beh…gli avevano smarmellato il cervello. “Sai? Mi travestirò da piazzista, andrò dentro casa e dirò ai miei nonni di comprarmi quel biglietto per il viaggio sulla Transiberiana del marzo 1982!” continuò Sandikov esaltato, mentre fantasticava quell’esatta scena pari pari. “Emmm… e poi sai cosa ti farà Takao, no? Anzi, sai cosa ci farà Takao?” continuò la signorina Ionic. “Beeeh…il me del passato avrà un’avventura in più da raccontare!” esclamò Sandikov. E continuò ad immaginare il suo piano ad occhi aperti: “Di sicuro mia nonna dirà al me del passato… Alex ma se vai a farti il giro sulla Transiberiana non ti mandiamo a fare l’anno all’estero in Argentina, ma io l’Aleksander Sandikov del presente ovvero il finto piazzista dirò ho tutti i soldi che vuoi… NON preoccuparti! Farai entrambe le cose!” Sandikov smise di fantasticare e mostrò alla prof. Ionic dieci banconote da mille litas (che nel 2012 erano ancora in corso in Lituania). “Non dovresti dargli dei rubli?”

chiese la signorina Ionic e poi sospirò: “Alex… ti ricordi cosa mi dicevi sempre dopo che eri tornato a casa alla fine del tuo anno all’estero?” Sandikov sembrò ancora un po’ ipnotizzato e sorrise. La prof. Ionic sospirò… e poi iniziò a sudare freddo… c’era una sagoma nella finestra davanti a loro!!! Era la sagoma della nonna di Sandikov, e non era sola … c’era anche la sagoma di un ragazzino robusto e tarchiato… Sandikov del passato. La signorina Ionic allora fece cenno a Sandikov del presente di abbassarsi, e si abbassò anche lei. Poi gli fece cenno con la mano di procedere carponi fino a sotto la finestra… si sentiva la nonna di Sandikov parlare in russo… ma qui lo traduceremo… (cortesia di Sandikov, lui parla russo dalla nascita!)

“Caro nipote!!! Ricorda che hai già in ballo il tuo anno all’estero in Argentina!! Ricordati che io e tuo nonno ti abbiamo già accontentato…” disse la nonna di Sandikov. “Ehi nonna! Ti immagini se ora arrivasse un piazzista magico a darmi un sacco di soldi? Così prenderei due piccioni con una fava!” esclamò Sandikov del passato. Sandikov del presente e la prof. Ionic si guardarono negli occhi con fare curioso stile ecco-da-dove- viene-quella-pazza-idea-del-Sandikov-del-presente. Uno sguardo che diceva più di mille parole. “NO!!! Alex!!! NO!!! O l’anno all’estero o la Transiberiana!!!” esclamò sua nonna molto severamente. Sandikov del presente si riprese dalla trance ipnotica in cui era caduto e guardò preoccupato la sua migliore amica. “Eli…” La prof. Ionic gli sorrise, sospirò e guardò in alto, verso la finestra (ovviamente, senza farsi vedere). “Nonna, l’anno all’estero dura più di un viaggio in treno!!! La transiberiana può aspettare!!! Argentina, tra otto mesi sarò da te!!!” esclamò Sandikov sedicenne saltando felice per il salotto. Sandikov e la prof. Ionic si sorrisero…. L’incantesimo del malvagio Santa Faggio era dunque spezzato? “Bene, allora torn…” sorrise la prof. Ionic prendendo il suo Time-r e alzandosi da terra, dato che ormai Sandikov del passato e sua nonna se ne erano andati dal salotto. Sandikov si alzò con un salto robusto e scattante. “Lascia fare a me, Eli!” esclamò Sandikov, che aveva ancora lo sguardo…un pochino esaltato, prendendo il suo Time-r e attivandolo…

Elizabeth e Aleksander, ovvero la prof. Ionic e Sandikov, vennero risucchiati da un tornado circondato da spirali, e quando esso si fermò, caddero di chiappe in quella che qualche anno dopo (nel 1994) sarebbe diventata la Plaza Islas Malvinas… erano a Ushuaia, nella Terra del Fuoco in Patagonia, Argentina… era la notte di Nochebuena, ovvero la Vigilia di Natale, del 1982 (che tra l’altro era stato l’anno del conflitto tra Regno Unito e Argentina per il possesso delle Falkland/Malvinas)… Sandikov era vissuto insieme alla sua famiglia ospitante (le due aquile antropomorfe Elizabeth Ionic e suo padre) a Ushuaia dall’agosto 1982 a giugno 1983… quindi… bastava solo sperare che Sandikov e la prof. Ionic del presente non si imbattessero nei loro due del passato!

Prima che la signorina Ionic si accorse di dove lei e il suo migliore amico fossero finiti, si rialzò in piedi e Sandikov con lei. Si guardò attorno, il monte Olivia dietro di lei, il mare con le navi e le crociere verso l’Antartico, i cartelli che dicevano Ushuaia fin del mundo, e tanti alberi decorati con decorazioni natalizie, nonché luminarie tutt’intorno. “Ma… aspetta…” disse la signorina Ionic guardandosi intorno… “questo luogo mi è molto familiare, ma… non vedo il murale degli eroi delle Malvinas… e…ora che ci penso… dove sono il cenotafio? La bandiera Argentina? IL monumento dell’affondamento del Belgrano?” Poi si voltò verso Sandikov. “Siamo nel 1982, vero?” Sandikov annuì felice. “Sì!” “Oh..Alex, forse io sarò una pessima amica…ma…ecco…beh…” sospirò la prof. Ionic, piena di inquietudine. “Ma che dici!” disse Sandikov dandole una pacca sulla spalla. “Cos’hai in mente?” chiese la prof. Ionic con lo sguardo triste e preoccupato, e lei e Sandikov iniziarono a mettersi in marcia per il lungomare, facendo attenzione a non incrociare lo sguardo di altre persone… sia di amici che di semplici conoscenti…soprattutto perché la famiglia della signorina Ionic era l’unica di aquile antropomorfe in una città abitata perlopiù da esseri umani, e perché Sandikov si riconosceva subito come forestiero. “Beh, ti ricordi che bella la Vigilia di Natale del 1982?” sorrise Sandikov. “Eccome!” sorrise discreta la prof. Ionic. “Ecco…perché non andiamo da noi due del passato e ci divertiamo tutti insieme!?!? EH????” esclamò Sandikov saltando scatenato. La signorina Ionic si gelò… Sandikov era ancora vittima del lavaggio del cervello di Santa Faggio! Gli mise le mani sulle spalle. “Ascolta… so che vuoi andare da noi due del passato…ma…prima di tutto…” sospirò la signorina Ionic, prima guardandolo fisso, poi abbassando gli occhi, e poi rifissandolo. Sandikov la guardò curioso. “Uno… i momenti che ci ricordiamo

meglio e che amiamo di più sono tali perché sono unici e pertanto vanno solo richiamati con la memoria… due… secondo te…se due adulti si avvicinano a due ragazzini così a caso…e soprattutto se quei due ragazzini e quei due adulti sono la stessa persona…cosa pensi che potrebbe succedere?” continuò la signorina Ionic, dirigendosi verso la ringhiera sul mare e poi appoggiando le mani, e Sandikov la seguì. “NO!!! Non sarò io a rovinare il mio passato o a modificarlo!” esclamò Sandikov avvicinandosi alla signorina Ionic e appoggiando anche lui le mani sulla ringhiera. Era una fresca sera d’estate (16 gradi), a Ushuaia il clima era fresco tutto l’anno, vista la sua vicinanza all’Antartico. In giro c’erano bancarelle, chioschi e giostre, come il calcinculo, le montagne russe e la ruota panoramica… Ma la prof. Ionic e Sandikov del 2012 dovevano stare a debita distanza dagli altri, in quanto viaggiatori del tempo, e siccome nessuno era nei paraggi, stettero lì a guardare insieme le stelle e le luci delle barche e delle vari navi da crocieria che partivano. La brezza marina accarezzava i loro capelli. “Guarda!” disse Sandikov indicando la croce del Sud alla prof. Ionic, che aveva gli occhi lucidi dalla felicità e sorrise tra sé e sé. Intanto, poco più in là, Sandikov ed Elizabeth Ionic del 1982 stavano girando con gli altri studenti della loro scuola superiore (metà fueguini e metà studenti di scambio, nonché quasi tutti umani, tranne la prof. Ionic e un orso polare antropomorfo, che era lo studente di scambio venuto dalla Norvegia) per le bancarelle con merce natalizia. “Guarda, Eli!” disse Sandikov indicando alla sua amica e sorella ospitante una bancarella con vari premi… era la classica bancarella dove lanciare delle palline per vincere dei premi, che includevano vari giochi (come orsetti di peluche e case delle bambole), dei pesci rossi nella boccia, ma anche premi per la casa (come forni a microonde e set di pentole) e confezioni giganti formato famiglia di Yerba Mate. Elizabeth Ionic però in quel momento notò un cenno tra la folla, proveniva da un aquila antropomorfa cicciottella, tarchiata e con i capelli rossicci…sua madre. “Pibes…voi andate pure… torno tra poco!” disse Elizabeth al suo gruppo di amici e amiche, congedandosi. Sandikov e gli altri ragazzi andarono a giocare alla bancarella dove tirare le palline, mentre Elizabeth corse da sua madre.

Comunque, come vi dicevo, Elizabeth si era avvicinata a sua madre, che le disse, con il suo marcato accento austriaco (altrimenti detto accento tetesko) che non aveva mai perso anche se era arrivata a Ushuaia a soli tre anni d’età: “Alloren, pampina mia!!! Folefo tirti ke kvesto Kapodannen, ja… lo passeremo a kasa mia!!!” “Ok mamma! Lo dirò ad Alex! E poi noi tre e mio fratello abbiamo l’aereo per Buenos Aires il 2?” chiese Elizabeth Ionic a sua madre. “Ja, e staremo lì drei settimanen!!!” esclamò sua madre ed Elizabeth Ionic sorrise. “Come fa tuo padren? Ankora fegetarianen? KARTOFFELN!!!” chiese la mamma ridendo. “Sì… da ormai qualche mese…” sbuffò inconsolabile la giovane Elizabeth Ionic. “Posso capire un umano…ma noi siamo aquile!” “Ja! Pen detto, pampina mia!!” disse la mamma, mettendole una mano sulla spalla, ed Elizabeth le

sussurrò all’orecchio: “Sono sicura che prima o poi papà tornerà a fare scorpacciate di asado…” “Kissà, figliolen!!!” le sorrise sua madre, e poi le consegnò un pacchetto triangolare con dentro… “Pan dulce?” “Ja!” “Vos sos maravillosa, mamá!” esclamò in spagnolo argentino Elizabeth Ionic, guardando sua madre con occhi contenti. “CRAZIE, DANKE, figliolen!!! Auf Wiedersehen!!! A domani!” Non appena la mamma se ne andò, Elizabeth, stava per ritornare dagli altri pibes… ma qualcosa…attirò la sua attenzione… nella discesa che sua madre si era messa a percorrere… vide un uomo con una maschera strana in faccia e con un costume altrettanto strano… quell’uomo dava regali in giro, prendendoli dal sacco che aveva sulle spalle…

“Ma… ma…perché quel tizio è vestito da Petiso Orejudo?” sudò tra sé e sé Elisabeth…. Vide che le persone accanto a lui aprivano i regali che gli consegnava… ed erano regali… assurdi… “ma è una scatola con dentro un pagliaccio!” esclamò un ragazzo rimanendo atterrito dopo aver aperto il suo regalo. “Ma…questo LP de El País de La Navidad non mi sembra originale dalla copertina…” disse un padre a sua figlia di circa 6 anni, vedendo che c’era i folletti erano colorati di verde (anziché di fucsia) e che il nome scritto era Mary Helen Vals anziché l’originale Maria Elena Walsh. La figlia del signore tentò di estrarre il Long Play dalla confezione…ma non c’era nessun CD. Elizabeth allora scese ancora più in giù nella strada, e vide che il finto Petiso Orejudo (quello vero era morto a Ushuaia nel 1944) aveva finito la sua scorta di regali, e la gente a cui li aveva dati era tutta arrabbiata per un motivo o per l’altro… “Ditegli che Carnevale e Nochebuena non sono la stessa cosa!” disse, tremando tra sé e sé Elizabeth Ionic, ma in modo da non farsi sentire. Il finto Petiso Orejudo scoppiò a ridere: “MUAHAHAHAHAHA!!! Buon Natale!!!” e salì su uno skateboard trainato da un husky e… in poco tempo sparì dalla strada. Elizabeth Ionic sospirò: “Ci sarebbe solo una persona a cui sarebbe piaciuto incontrarlo, lui è un fan delle storie sui serial killer…” E si rimise in marcia verso Alex e gli altri amici. “Ah, ma che dico! Divertiamoci!” pensò tra sé e sé e corse allegra con il sacchetto con dentro il Pan Dulce in mezzo ai suoi amici che erano ancora fermi a giocare alla bancarella dei premi. Alex la vide e batté cinque con lei.

Intanto, poco più lontani, Sandikov e la prof. Ionic del 2012 stavano ancora guardando il mare e chiacchierando quando la prof. Ionic sussultò. “Sai, Alex!!! Non te l’ho mai detto per non deluderti…ma nella Vigilia di Natale del 1982, cioè, paradossalmente, oggi… ho incontrato!” Sandikov la guardò curiosissimo. “Il Petiso Orejudo, vero?” le chiese. “Sì, una specie! Ma…poi se l’era data a gambe…ma, ecco, ti andrebbe se lo spiassimo di nascosto, quel burlone?” gli chiese la prof. Ionic. “Woooooooooooooooooo!” esclamò Sandikov alzando le braccia al cielo… “è andato verso il Palaghiaccio, da quanto mi ricordo!!!”continuò sorridendo la prof. Ionic.

Sandikov e la signorina Ionic si misero a correre in direzione del Palaghiaccio, che si trovava a un incrocio di Perito Francesco Moreno… “argh, è un po’ lontanino a piedi!” disse la signorina Ionic… “che fretta c’è? Abbiamo TEMPO!!!” sorrise Sandikov, ma improvvisamente… Di fronte a loro c’era una fitta folla, che guardava uno spettacolo su un palco perpendicolare alla spiaggia. Sandikov e la signorina Ionic si guardarono un po’ perplessi… prima per la folla…e poi, sia loro due che la folla, esclamarono, rivolgendo il loro sguardo al cielo: “CHE BOLUDO!!!” Era la sagoma del finto Petiso Orejudo che si era scagliata in skateboard a circa 50 metri dal cielo, insieme al suo husky. Poi sparì… “H-hai visto che atterraggio perfetto?” esclamò Sandikov con gli occhi illuminati dalla gioia. La signorina Ionic sorrise soddisfatta. “Voglio seguirlo fino all’ultimo!” continuò Sandikov… e prese il suo Time-r, solo per teletrasportare lui e la signorina Ionic dopo l’ammasso di folla. Il tizio vestito da Petiso Orejudo aveva lasciato lo skateboard per terra, e continuava a correre, questa volta facendosi trascinare dal suo husky, che adesso teneva al guinzaglio.

“Beh…visto che la mattina di Natale eravamo poi venuti qui e non c’era nessuno skateboard a terra in questo punto…” disse Sandikov. “Prendiamolo noi! Tanto Takao farebbe lo stesso!” disse la signorina Ionic, e saltò prima lei sullo skateboard, mentre Sandikov correva, e poi glielo diede a lui, e lei correva, si scambiarono di posto ancora due volte… ma l’ultima volta, Sandikov perse l’equilibrio, cadendo a terra e facendo finire lo skateboard dentro a un cespuglio…la signorina Ionic lo prese per mano per aiutarlo ad alzarsi, e si fecero poi il segno dell’ok. Poi si nascosero perché videro la sagoma del finto Petiso Orejudo entrare  dentro il

palaghiaccio da una finestra al piano terra. Sandikov e la signorina Ionic allora decisero di arrampicarsi dal camino, e sprofondarono nel condotto d’areazione sopra l’ingresso del Palaghiaccio. Erano un po’ stretti lì, ma videro che sotto c’era una griglia che dava sull’ingresso… che era illuminato, e sotto c’era la guardiana… Herminia Vera, una signora indigena tra le ultime della tribù fuegina dei Selk’nam (conosciuti anche come Ona)… la guardiana sembrava essersi addormentata, e di sicuro non aveva notato la presenza del tizio travestito da Petiso Orejudo.. ma non appena Sandikov e la signorina Ionic iniziarono a procedere verso la zona delle palestre e degli spogliatoi, sentirono Herminia Vera ridacchiare sotto i baffi: “Hihihi, quest’anno il mio collega ha fatto uno scherzetto davvero carino! Si è finto uno dei peggiori tizi che sono vissuti qui!” La signorina Ionic fu un po’ sorpresa nel sentire quest’affermazione… “Wow…Herminia..davvero non conosci mai una persona del tutto!” esclamò a bassa voce rivolta a Sandikov. I due improvvisamente iniziarono a scivolare giù per il condotto d’areazione…. Che era diventato un po’ più ampio, e infatti Sandikov rotolava. I due caddero a terra poco dopo e si trovarono di fronte a una griglia che dava sul pavimento del piano terra tra due spogliatoi. La luce era spenta, ma…improvvisamente… si vide passare a passo pesante… il tizio travestito da Petiso Orejudo! Sandikov e la signorina Ionic, che erano spiaccicati sulla griglia a osservarlo, la signorina Ionic con il suo sguardo serioso, mentre Sandikov come un ragazzino scatenato, con gli occhi spalancati dall’emozione: “WOOOOOOOOOOO!” e poi sussurrò, rivolto alla sua migliore amica: “Che boludo, che figata!” E fu in quel momento che… il finto Petiso Orejudo tornò per due secondi sui suoi passi e… lasciò un regalo con un bigliettino per terra…. La signorina Ionic sudò freddo per un attimo. Se Takao avesse scoperto di eventuali modifiche al continuum spazio temporale, li avrebbe fatti a fettine! Ma Sandikov era quasi commosso. Il finto Petiso Orejudo scattò via dall’edificio correndo a passi pesanti, e si sentirono lui e Herminia Vera ridacchiare. Infine, si sentì Herminia Vera esclamare: “Bien hecho, pibe!”

Il palaghiaccio calò nel buio quasi totale. La signorina Ionic sgattaiolò fuori dal condotto di areazione con estrema naturalezza, si rimise in piedi e poi aiutò Sandikov a uscire, e anche lui si rimise in piedi e prese il regalino lasciato a terra, leggendo il messaggio (che era scritto ovviamente in spagnolo rioplatense): “Prima o poi qualcuno passerà a prendere…questo mio scherzetto…beh, chissà chi…ma comunque…questo è per te, sconosciuto! Poi fammi sapere che ne pensi, al prossimo Natale!” La signorina Ionic ridacchiò: “Eheh, Takao, lui ci spera…nei nostri guai! Ma il passato è ancora salvo…per ora” Sandikov la guardò e ridacchiò sotto i baffi, e poi aprì il regalo… era una caramellina al gusto di rabarbaro all’aglio. “Il mio gusto preferito! Però la potremmo dividere!” disse Sandikov. “Ah, tranquillo!” esclamò la signorina Ionic… lei detestava quel gusto, ma voleva dare il suo momento di gloria a Sandikov… che mangiò la caramellina, facendo rumore e molto felice, poi leccandosi i baffi: “Mmm, sa di pollo!”

Sandikov guardò la signorina Ionic e le disse… “D-dovrei dirti una cosa”. La prof. Ionic era emozionata e un po’ presa alla sprovvista, e seguì Sandikov finò alla sala più in fondo al corridoio…. Ovvero la sala termale… che in quel momento aveva pochissima acqua per terra (massimo 0,5 cm) nella vasca e i due cerchi soffioni a sinistra e a destra della vasca (ma comunque entrambi al cerchio), che invece erano pieni di vapore. Sandikov allora saltò in mezzo alla vasca con una piroetta da ballerino di tango, rischiò di perdere un attimo l’equilibrio ma poi si girò con una delicata piroetta e porse la sua mano destra alla prof. Ionic, che non ci stava capendo più niente, e con il cuore che le batteva a mille, afferrò la mano del suo… ancora amico. Sandikov e la signorina Ionic si tennero per mano per qualche secondo, e in quel momento… SMACK!!! Sandikov diede un bacio… sulla guancia destra alla signorina Ionic. “A-alex!” esclamò la prof. Ionic e si mise a piangere dalla commozione. “Era…da tanto, vero? Da quasi ventinove anni ormai…” disse Sandikov. “Già… ne avevo bisogno!” disse la signorina Ionic asciugandosi le lacrime e arrossendo tantissimo… Che i due si stessero innamorando? Entriamo intanto nel flashback della signorina Ionic.

“Beh… la prima (e finora, ultima volta) che mi hai baciato è stato nel giugno 1983! Quando io, i miei genitori e mio fratello ti abbiamo riaccompagnato all’aeroporto di Ushuaia per riprendere l’aereo per tornare in Unione Sovietica!”

“E-eli” disse Sandikov pronto ad entrare dentro l’aeroporto con le valigie. “Noi…beh…saremo migliori amici per sempre?” “Conosci già la risposta!” esclamò felice Elizabeth Ionic facendogli il segno del viva e abbracciandolo forte. In quel momento, allora Sandikov le diede un bacio sulla guancia. “G-gracias!!!” esclamò la 17enne Elizabeth Ionic. “Di solito… i maschi non mi baciano…pensano che io sia una di loro…”continuò arrossendo tantissimo. “Ehehe… ma no! Sei la sorella più mitica del mondo! E io sono il tuo fratellone adottivo!” disse Alex, dandole un’affettuosa pacca sulla spalla, che Elizabeth ricambiò. I due scoppiarono a ridere, e poi… “beh, siamo in due, quindi…balliamo…il tango!!!” dissero prendendosi per mano e iniziando a ballare. “Emh…ma tu hai imparato i passi delle ragazze!” disse Elizabeth Ionic ad Alex Sandikov. “Se per questo, tu balli con i passi maschili!” ribatté lui a lei. “E MI STAI PESTANDO I PIEDI!!!” continuò Elizabeth Ionic… lei e Alex allora scoppiarono a ridere come due tonti di fronte a tutti i presenti. Alex abbracciò forte Elizabeth Ionic, che ricambiò. “Ciao sorella, adesso devo partire! Ma sono sicuro…che le nostre avventure presto ricominceranno!!” Sciolse l’abbraccio ed Elizabeth sorrise, salutandolo: “A prestissimo, fratello!!!” E lei e la sua famiglia lo salutarono sbracciandosi e agitando le mani, finché lui non fu sparito dall’orizzonte. E qualche anno dopo… beh, i due avrebbero conosciuto Mindy, Pecan e Takao!

La signorina Ionic abbracciò forte Sandikov, e lui ricambiò l’abbraccio. Stettero così per alcuni minuti e non appena si staccarono, si tennero per entrambe le mani. La signorina Ionic allora diede un bacio sulla guancia a Sandikov: “Oh, mio dolce gemellino…nato un mese prima!” esclamò furbetta e poi lei e Sandikov si guardarono come tonti ridacchiando. “Sai, a volte penso che dovremmo stare più tempo solo noi due!” disse Sandikov soavemente. “Concordo” sorrise la prof. Ionic. “E sai perché?” le chiese Sandikov. “Beh, ovvio!” gli fece l’occhiolino lei e insieme, tenendosi ancora per mano i due esclamarono: “Per esercitarci a ballare il tango!” Improvvisamente, iniziò a sentirsi un tango natalizio di Muñoz, e la signorina Ionic e Sandikov presero il Time-r e lo impostarono! I due quindi iniziarono a ballare il tango. “Hai finalmente imparato i passi maschili!” disse la signorina Ionic. “E tu quelli femminili!” esclamò Sandikov. “E NON MI STAI PESTANDO I PIEDI!” sghignazzò la signorina Ionic, e Sandikov sghignazzò pure. Quando il tango stava per giungere al termine, i due si staccarono e andarono Sandikov sul cerchio a sinistra, la signorina Ionic su quello a destra, e concludendo con un passo della Danza delle Ore, i due finalmente rientrarono nel vortice del tempo… direzione…2012!

Continua nel capitolo 5: Di Elfi e Turborenne!